Dopo un fortunato esordio con la sua prima fatica letteraria, “#365 Days Happy”, Samira Zuabi Garcìa, classe 1980, stupisce e incanta i lettori con “Alebrijes – Creature del folklore messicano”. Unendo le sue indubbie qualità artistiche con l’amore per la scrittura, regala al pubblico un libro dai colori vibranti, ricco di emozioni e sentimenti.
Chi è Samira Zuabi Garcìa?
Samira Zuabi Garcìa è pittrice e fotografa, oltre che scrittrice, originaria di Siviglia; dopo gli studi artistici in patria, ottiene una borsa di studio Erasmus per partire per l’Italia. Sarà accolta dall’Accademia delle Belle Arti Brera di Milano, della quale città si innamorerà, tanto da voler poi proseguire la sua carriera sul suolo italiano.
Le collaborazioni
Numerose saranno le collaborazioni con il mondo delle arte locale: ad esempio sarà guida di diverse mostre presso il Padiglione di Arte Contemporanea di Via Palestro, affiancherà il fotografo Andrea Chisesi nella realizzazione di scatti per attori e personaggi illustri, coordinerà i book fotografici per i modelli e le modelle della scuola di modelling John Casablancas Milano, approfondirà gli studi di post produzione con la collaborazione con l’agenzia fotografica Stefano Guindani Photo, collaborerà sempre nel medesimo ambito con l’agenzia Caremoli Milano e continuerà a perfezionarsi nella pittura con diverse mostre personali e collettive ad Ispra e Agrigento, ma anche nella città natia e Malaga.
“#365 days happy”
Il suo estro artistico a tutto tondo, la porterà a scrivere il suo primo successo: un vero inno alla vita nonostante i sacrifici.
Con “#365 days happy”, l’autrice affronta tutti i piccoli problemi quotidiani di ogni giorno; lo stile scelto, ovvero quello del diario, e la sua scrittura fluida e piacevole riescono a creare una profonda empatia con il lettore, che si trova facilmente ad immedesimarsi nelle vicende che coinvolgono la protagonista.
“Alebrijes- Creature del Folklore messicano”
A riprova della sua vocazione eclettica e del suo grande amore per ogni luogo che l’abbia in passato accolta, “Alebrijes” è uno di quei libri che dell’accessibilità può fare un vanto, essendo scritto in 3 lingue differenti spagnolo, inglese e ovviamente italiano. All’interno dei racconti è facile percepire il forte amore dell’autrice per i viaggi e per il paese che l’ha ospitata per diversi anni, il Messico, sua principale fonte di ispirazione in questo particolare caso. Come suggerisce il titolo, gli Alebrijes fanno parte del folklore messicano; sono il corrispettivo degli spiriti guida che si ritrova in altre culture.
Sappiamo che nasci come fotografa e pittrice, come sei arrivata alla scrittura?
A dire la verità, la scrittura è un’arte che mi ha accompagnato sin da piccola. Già a 7 anni scrivevo poesie, vincevo premi scolastici, componevo canzoni. Crescendo, mi sono abituata ad esprimermi attraverso quelle che ho chiamato lettere: pensieri, domande, inquietudini che, rivolte a qualcosa di supremo, mi aiutavano a comunicare anche con me stessa e badare, a volte, alle incognite che la vita mi proponeva. Perciò, no, non ci sono arrivata alla scrittura, ci convivo e ne faccio uso fin da quando ho memoria. Non ne potrei fare a meno.
In che modo queste forme d’arte dialogano fra loro nel tuo quotidiano?
I miei quadri sono e devono essere sempre accompagnati da un racconto, una descrizione, una frase. A volte una poesia, talvolta da canzoni. Di fatto, alcuni (tanti) quadri hanno anche frasi o parole scritte sulle tele. Che sia forse un modo per assicurarmi di essere capita al 100% sulle intenzioni dei miei dipinti?
Idem per quanto riguarda la fotografia. Ad esempio, nella mia ultima mostra fotografica, “La buena gente”, ritratti della società messicana, esposta a Milano e Mosca, ogni fotografia veniva “completata” da una didascalia con una poesia in spagnolo, parole che, nella mia ottica, avrebbero dato voce alle persone ritratte. Allo stesso modo, dai racconti e poesie che scrivo, normalmente nascono disegni e dipinti, che trasformano le parole in colori e forme.
Qual è la tua più grande fonte di ispirazione e come nasce il tuo nuovo libro? (Alebrijes)
Ho sempre provato un debole per le storie legate ai personaggi fantastici. Negli anni d’università dipingevo fate, gnomi, draghi… Ero accattivata da quell’altro mondo, magico, pieno di esseri di luce che avevano il compito preciso di favorire la vita degli umani. Quando in Messico ho scoperto l’esistenza degli Alebrijes, grotteschi animali, spiriti guida, creati da Pedro Linares, sono tornata ventenne: ho provato lo stesso entusiasmo e interesse che all’epoca avevo per le fatine. E mi ci sono buttata.
In Messico i colori sono luminosi; non intendo soltanto quegli delle stoffe, non mi riferisco solo ai disegni fiorali dei vestiti tradizionali messicani. La luce del sole sembra essere più gialla in quella terra, sempre. Il turchese del cielo si confonde con il blu e il verde smeraldo del mare, e riesci ad immaginarti azzurra anche tu, abbracciata da quelle tonalità. Chiudi gli occhi ma senti ancora quei colori, vividi, autentici, nel nero delle tue palpebre. C’è un rosa, il “rosa messicano”, che adoro. E il verde è diverso pure quello. Non è un verde come quel verde che vediamo noi in Europa. Ha una vita diversa.
Ecco, quei colori mi hanno ipnotizzata, mi hanno risucchiata e allora io sono diventata un personaggio, ho voluto diventare una di loro, un alebrije. Per continuare ad amare quella magica terra e personaggi, che sentivo potrebbero essere a portata di mano di tutti, nel mondo. Quei colori sono la mia ispirazione, e la voglia di trasmetterli a tutti, la spinta per scrivere Alebrijes. (vedi che alla fine, pittura e scrittura sono sempre collegati fra di loro nella mia vita)
A chi consiglieresti – in particolare- la lettura di Alebrijes?
Agli adulti! I bambini leggono, sognano, credono. Quindi per i bambini questo libro non sarà che una nuova certezza sul fatto che la magia esiste. E con la cover colorata com’è, ai bambini sicuramente non dovrò convincerli a leggerlo. Ma questo libro deve essere letto dagli adulti. Da tutti gli adulti. Specie dalle persone “seriose”, coloro che fanno lavori “serissimi”, quelli che contano i sorrisi scanditi, quelli che si sono scordati il colore della propria pupilla perché hanno chiuso gli occhi alla vita. Quelli che dicono “non ho tempo per leggere”. Non avranno più la scusa, ogni Alebrije si racconta in una sola pagina, e ci sono 17 Alebrijes. Anche leggendo una pagina per giorno, in poco più di 2 settimane avranno finito il libro e forse, spero, riusciranno ad incontrare gli Alebrijes nella loro vita.
E il tuo o i tuoi Alebrijes quali e come sarebbero?
Quelli che ho descritto nel libro sicuramente hanno tanto di me. Noi artisti alla fine mettiamo cuore ed anima nelle nostre opere, che diventano personali anche quando vogliamo essere imparziali. Ci tengo molto a Puksax, quella rappresentata sulla cover, mi dona tanta pace nei momenti tristi o bui. Però penso che a seconda delle necessità, si farebbero vivi tutti.
Che consigli pensi ti darebbero ora per il futuro?
Questo periodo “covid” sta segnando o ha marcato la vita di quasi tutti noi, in maggior o minor misura, e ci ha “condizionati”, forzandoci a rallentare i tempi e le aspettative, imponendo regole e divieti difficili da digerire. Quindi io, come tutti, mi sono trovata in situazioni difficili a livello lavorativo, economico ed emozionale. Penso che sicuramente Bukalxi mi ha aiutata, mettendo una specie di “maschera” a dolori e pensieri, per evitare di dare noia ai miei cari. Ma è tempo di togliere quella maschera e scoprire sentimenti e paure. Così sicuramente interverrà ora Plixato per vincere ogni avversità. Deve ancora tornare da me Gazuxo, e sono sicura che il futuro sarà fantastico. Perché alla fine tutto deve finire bene. Se le cose non sono come le vorremmo, allora non è la fine.
Che cosa ti mancava dell’Italia e cosa invece non rimpiangevi per niente?
Hai presente l’amore vero? Quando sei innamorata di qualcuno, se ti chiedono per quali motivi lo ami, se è amore vero, allora non sai cosa rispondere. Non perché tu non conosca la risposta, ma perché non ti faresti mai una domanda così irrisoria. Ami e punto. Senza giustificazioni ne motivazioni precise. Ecco. Io amo Milano. E quindi lei mi manca quando sono lontana. Anche se so che a volte le separazioni sono necessarie, per continuare ad amare. Senza il distanziamento, forse, non ci sarebbe il totale attaccamento. Non so se mi spiego. Comunque, non rimpiango lo stress che porta e che amici, che vivono in strade vicinissime a casa tua, non trovino del tempo per un semplice saluto. Il dover sollecitare un appuntamento con persone care con ben due settimane di preavviso di certo in Spagna o in Messico, per esempio, non accade. La gente trova sempre del tempo per stare con i propri cari.
La prossima presentazione
La prossima presentazione sarà a Milano il 24 ottobre, presso la libreria Spiazza in via Giovanni Battista Rasario 10C, Figino, alle ore 18.30.
Da tener presente
E’ un libro interattivo. Le storie possono essere lette in italiano, spagnolo e inglese, sono presenti anche dei mandala da colorare per rilassarsi. C’è anche un “esercizio” finale! misterioso. E’ un libro che piacerà a tutti, anche a “grandi”!
Laura Galasso