Le tradizioni legate alla celebrazione dei defunti sono un richiamo a un tempo lontano, scandito dai cicli della natura, al momento dell’anno in cui la durata della notte superava quella del giorno: il fuoco era sempre acceso nel camino, il raccolto veniva custodito al sicuro per affrontare con tranquillità i lunghi mesi invernali e le attività quotidiane rallentavano per lasciare spazio a un meritato riposo.

La magia nascosta in queste date

La notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre è sempre stata considerata un po’ “magica”, si pensava infatti che il velo sottile  tra i mondi si dissolvesse e i nostri cari defunti potessero ritornare nei luoghi amati e raggiungere i loro familiari che li accoglievano con gioia offrendo ristoro e prelibatezze per confortarli dopo il lungo viaggio. 

Un rituale ripetuto fino ai nostri giorni dato che in diverse parti di Italia è ancora viva l’usanza di lasciare in cucina un bicchiere d’acqua per dissetarli, un lume acceso e la tavola apparecchiata, a volte un letto dove riposare.

Piatti tipici con i prodotti di stagione

In mancanza di un vero e proprio menu prestabilito, in queste giornate di festa è consuetudine preparare piatti tipici con ingredienti di stagione quali castagne, ceci, fave, verza, zucca e funghi, cucinati in appetitose zuppe, contorni, ripieni per tortelli o in saporiti sughi che accompagnano la pasta fresca.

Dolci dalla forte valenza simbolica

I veri protagonisti però sono i dolci e ogni regione d’Italia ne vanta diversi, dai nomi spesso evocativi: pan dei morti lombardo, ossa da mordere piemontesi, piada dei morti romagnola, pan coi santi toscano, o’ morticiello napoletano, dita di apostolo palermitane, prelibatezze da condividere idealmente con chi non è più con noi.

La questua dei bambini

Dolcetto o scherzetto” ha sostituito la questua dei bambini che andavano di casa in casa chiedendo offerte per le anime dei defunti e ricevevano in dono fichi secchi, uva passa, mosto cotto, castagne, fave, mandorle, nocciole e gli ultimi frutti ancora disponibili come la melagrana, simbolo di rinascita, ingrediente insieme al grano cotto della Colva, una sorta di macedonia che si prepara in Puglia per il 2 novembre.

Uova, farina, zucchero facevano il resto, creando le innumerevoli specialità che ancora oggi in queste giornate d’autunno profumano di spezie e ricordi le nostre case.

Marzia Medagliani

Pane dei morti ingredienti :

250 g di biscotti secchi sbriciolati, 100  g di farina, 130 g di zucchero, 3 albumi non sbattuti, un cucchiaino di lievito vanigliato, un cucchiaio di cacao amaro, 50 g di mandorle spellate e tritate, 50 g di fichi secchi tritati, 100 g di uvetta ammollata in acqua tiepida, strizzata e infarinata, un pizzico di cannella, vino bianco q.b., ostia alimentare.

Preparazione

Mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido, lavorarlo bene e dividerlo in pezzetti della grandezza di un uovo, dando una forma ovale e schiacciata quindi disporli su un’ostia. Allinearli su una placca da forno e cuocerli in forno già caldo a 190° per circa mezzora finché diventano ben asciutti. Cospargere i dolcetti con lo zucchero a velo e farli riposare prima di assaggiarli.

Marzia Medagliani

pan coi santi toscano
o’ morticiello napoletano
ossa da mordere piemontesi
piada dei morti
dita di apostolo palermitane,
Pan dei morti
Pan dei morti
Pan dei morti rivisitato da Iginio Massari
Fichi secchi
Uva passa
Colva
pan coi santi toscano o’ morticiello napoletano ossa da mordere piemontesi piada dei morti dita di apostolo palermitane, Pan dei morti Pan dei morti Pan dei morti rivisitato da Iginio Massari Fichi secchi Uva passa Colva

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *