In Australia, terra dove è nato, vive e che non ha mai lasciato, è uno scrittore di culto. Limitata la sua conoscenza nel resto del mondo, ma se si legge la rassegna stampa delle più grandi testate, la frase più gettonata è : autore da Nobel. Con l’ endorsment di uno che il Nobel per la Letteratura l’ha vinto, J.M. Coetzee.
Gerald Murnane approda in Italia grazie a Safarà che, dopo “Le Pianure”, sta per portare in libreria “Tamarisk Row”, romanzo che la dice tutta sullo spessore di questo scrittore e della sua narrazione delicata e a tratti densa di umorismo.
Opera prima
Pubblicato in patria nel 1974, fu la sua opera prima, quando l’autore aveva 35 anni, scritto al presente storico e raccontato in terza persona, il romanzo si alimenta di una serie di brevi capitoli che sembrano raccogliere la descrizione puramente cronachistica di fatti, pensieri ed eventi della più elementare quotidianità con al centro le vicende di un ragazzo, Clement Killeaton, della sua famiglia inserita nella microcomunità cattolica di Bassett, città aussie ovviamente, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Trama
In una famiglia in cui il padre, Augustine, è uno scommettitore alle corse dei cavalli e con il sogno di una grande vincita dopo lo sgambetto del destino che gli tolse di mezzo un cavallo vincente di sua proprietà, Clement vive la sua formazione esistenziale tra precetti religiosi, bulli come compagni di scuola, raccolta di biglie, desiderio di scoprire il mistero femminile, proprio in quel senso lì, ma soprattutto vagando con la mente immaginando di essere circondato da un panorama che si perde a vista d’occhio puntellato da fattorie e arrembanti corse ippiche.
Nelle vene dell’infanzia e della memoria
Senza scomodare il Joyce del suo alter-ego Stephen Dedalus, Borges o Mansfield, siamo di fronte a un romanzo che fa della frase dilatata, puntellata da una feconda ambiguità e da fraintendimenti che si annodano tra loro, un modo per entrare a piedi uniti nell’infanzia e scandagliarne scoperte e traumi. E, attraverso essa, individuare percorsi della mente e della memoria umana. Considerata l’epoca della sua prima pubblicazione, se proprio un’ etichetta dobbiamo applicare, possiamo parlare di romanzo sperimentale se non addirittura post-moderno. Ma le etichette sono soltanto un modo per facilitare la sintesi e non spiegare in effetti molto.
Pagine ipnotiche
Quel che vale invece sottolineare è l’ipnotismo a cui la lettura di queste pagine conduce. Veniamo attratti dalla curiosità di Clement, toccati dalla sua ipersensibilità verso l’immaginazione e l’idiosincrasia verso parte della realtà che lo conducono a un mondo interiore senza che l’autore per una volta gli cucia addosso un intimo dialogo con se stesso. Il suo purpureo mondo profuma di realtà parallela senza mai esserlo veramente rivela la straordinaria capacità di quest’autore di toccare con delicatezza un mondo che appartiene solo a chi lo sta percorrendo grazie alla freschezza dell’età. Ma che resta inchiodato dentro di noi, adulti più o meno abili a far oro della nostra esperienza.
L’innocenza, Blake insegna, porta lontanissimo. Poi aiuta la memoria.
Corrado Ori Tanzi