Gli anni Settanta succhiavano ancora il latte dal biberon e David Bowie uscì con “The Man Who Sold The World”, un album che avrebbe fatto storia. Cinquant’anni, e due giorni, stando all’uscita negli States, mentre in Europa apparve 1971,  dopo ecco la ristampa celebrativa con titolo “Metrobolist” e copertina originali, vale a dire così come concepiti all’inizio, prima che Bowie tornasse sui suoi passi cambiandoli con la versione che conosciamo, mentre la divisione americana Mercury, pur accettando il cambio del titolo, ritenne troppo provocatoria la nuova cover e negli States fece uscire il disco con quella ideata in origine.

Una nuova Era

Metrobolist” si sarebbe dovuto intitolare e con tanto di cover disegnata in stile pop art da Michael Weller. Nei solchi, un suono oscuro, impetuoso, anche grazie a numerose new entry di musicisti, Mick Ronson, per molti anni in avvenire il chitarrista doc di Bowie, Woody Woodmansey alla batteria, Tony Visconti al basso e Ralph Mace, sintetizzatore. 

The Man Who Sold The World” segnò una nuova Era per Bowie grazie a una rivoluzione tanto nella musica, appunto declinata verso un rock solido velato da armonie più delicate e malinconiche, quanto nei testi, che sostituirono alla linearità espressiva un profilo più grottesco, immaginifico e nietzschiano. E una title-track così diabolica nella sua sinistra poeticità da inchiodare più di vent’ anni dopo un signore di nome Kurt Cobain.

Nuovo mix by Visconti

La ristampa viene pubblicata ne formati CD, LP e digitale e il packaging contiene e gli scatti non utilizzati della session di Bowie ad Haddon Hall da cui venne scelta la copertina ufficiale del disco, quella col Duca Bianco wildianamente disteso su un sofà indossando lo “scandaloso” vestito disegnato dal celebre fashion designer Mr. FIS

Al di là del design, il vero centro è il nuovo mix che Tony Visconti, del disco anche produttore,  ha realizzato di 8 delle 9 canzoni, non ritenendo “After All” migliorabile e quindi lasciata inalterata e solo rimasterizzata. 

C’è chi dice No

Sull’ iniziativa della Parlophone hanno espresso la loro perplessità Paola Pieraccini e Daniele, la crew di Velvet Goldmine, il più completo e affidabile sito italiano dedicato all’arte del Duca Bianco: Comprendiamo l’intento storico di “ripristinare” la prima idea dell’album, nel titolo e nella copertina, ma allora a che fine un nuovo mix? Non sarebbe stato più filologicamente corretto prendere il mix originale? Pensiamo che questa operazione potesse avere senso all’interno di un progetto più ampio, un cofanetto celebrativo per i cinquant’anni che racchiudesse contenuti inediti e gettasse nuova luce sul progetto artistico, aiutando a comprenderne meglio periodo e genesi. Ci pare che questa scelta non faccia altro che generare confusione nelle tante pubblicazioni legate a David Bowie. È un’uscita riservata ai completisti che desiderano acquistare una copertina e un titolo nuovo. Tutti gli altri, insieme a noi, rimarranno con il sopracciglio alzato e si terranno stretti la propria copia originale di “The Man Who Sold The World”.

Corrado Ori Tanzi

The Man Who Sold The World Original Cover
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The Man Who Sold The World Official Cover
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