Dal 30 ottobre 2020, in collaborazione con Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra “Divine e Avanguardie. Le Donne nell’ arte Russa”, circa 100 capolavori, alcuni mai visti in Italia, rappresentati l’ evoluzione della figura femminile in Russia, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Consolato Generale della Federazione Russa.
Come, purtroppo, tutti i poli museali, al momento l’esposizione rimarrà chiusa fino al 3 dicembre, nella speranza di poter riprendere a visitarla a conclusione di questo nuovo lockdown.
“Divine e Avanguardie. Le Donne nell’ arte Russa”
Fulcro del progetto “Divine e Avanguardie. Le Donne nell’ arte Russa”, curato da Evgenia Petrova, Direttore Scientifico dell’ Ermitage, e Joseph Kiblitsky, è l’evoluzione della figura femminile in Russia dal Rinascimento alla Rivoluzione d’ Ottobre ed oltre: con la divisione in diverse sezioni tematiche, l’ esposizione accompagna lo spettatore in un viaggio che intreccia lo sviluppo e la trasformazione della società, le mutazioni consequenziali che l’arte a subito, spaziando tra generi stili e linguaggi artistici, dalle icone sacre alla scultura, dalla pittura modernista alle opere grafiche e a preziose porcellane d’epoca.
Le sezioni e gli artisti
Nelle 8 sezioni (IL CIELO – La Vergine e le sante; IL TRONO – Zarine di tutte le Russie; LA TERRA – L’orizzonte delle contadine; VERSO l’INDIPENDENZA – Donne e società; LA FAMIGLIA – Rituali e convenzioni; MADRI – La dimensione dell’amore; IL CORPO – Femminilità svelata; LE ARTISTE – Realismo e amazzoni dell’avanguardia.) possiamo riscontrare due grossi macro-temi affrontati dagli artisti: da un lato grandi maestri come Il’ja Repin, Boris Kustodiev e Filipp Maljavin, il suprematista Kazimir Malevich e i maestri degli anni Dieci e Venti del Novecento, Aleksandr Dejneka, Kuzma Petrov-Vodkin rappresentano la donna come santa, madonna, madre, contadina ed operaia, dall’altro artiste come Natalia Goncharova, Ljubov Popova, Aleksandra Ekster e Vera Mukhina le cui opere mostrano il genere femminile nel pieno del fermento storico, politico e culturale, come protagoniste e soggetto, non più solo oggetto, dell’arte, incanalando anche il veemente realismo socialista dei primi trent’anni del Novecento.
Da ricordare di Mukhina vi è, ad esempio, il suo modello in bronzo del complesso scultoreo “L’ operaio e la kolchoziana” realizzato per il padiglione URSS all’Expo di Parigi del 1937.
Laura Galasso