Istrione, ironico, dotato di una voce che migliora con l’età e di una sensibilità musicale che si affina anno dopo anno. E sempre all’avanguardia dei tempi. Per festeggiare il traguardo dei 70 anni Renato Zero ecco con “Zerosettanta”, tre dischi usciti ciascuno come autonomo a distanza di un mese l’uno dall’altro con l’ordine del countdown, lo stesso che da sempre accoglie Zero poco prima della sua uscita sul palco.
Gli autori
Benedetto , nella schiera degli autori, l’ingresso del giovane ragusano Lorenzo Vizzini che firma da solo quella che, per chi scrive, è la più emozionante canzone dell’intera opera (“Il Linguaggio della Terra”) e mettendo mano come coautore dello stesso Zero in altre prove toccanti (tra queste: “Il Grande Incantesimo”, “L’ Amore Sublime”, “L’Idea di Te”). Ma l’intera squadra rivela un’ispirazione notevole, da Phil Palmer (“L’Angelo Ferito”, “Come Fai”, “Gli Ultimi”) a Danilo Madonia (“Io e Te”, “L’Ultimo Gigolò”, “Ti Ricorderai di Me”), senza omettere il grande Maurizio Fabrizio (“Amara Melodia”) e Dario Baldan (“Se Sono Qui” e “Il Tuo Eterno Respiro”).
La melodia in primis
Dal punto di vista prettamente sonoro “Zerosettanta” suona ricalcando le atmosfere musicali che Zero preferisce da almeno un decennio. Massiccia base melodica con sviluppi vocali che talvolta, grazie all’esperienza dell’esecutore, conferiscono alla canzone un perfezionamento che sarebbe assente dalla semplice lettura della partitura e arrangiamenti che si prendono sulle spalle un carico maggiore di quello a cui risponderebbero se svolgessero il ruolo di puri abbellimenti. “Zerosettanta” quindi non è una rivisitazione della lunga carriera dell’artista romano, fatto piuttosto logico considerando che gli autori che collaborano con Zero non sono più i grandi nomi che ne tratteggiarono il suono nei suoi magnifici anni ’70.
Esaltazione dell’amore
I testi, visto che la canzone resta un’opera d’arte che unisce le note alla parola, sono invece una summa del canzoniere zeriano. Prendono forma la vita nel suo svolgersi quotidiano, il gran ballo dell’ipocrisia, la cecità del genere umano, le falsità nei rapporti intimi e sociali, l’anormalità del nostro Paese, il monito/consiglio ai giovani cantanti di imporsi una gavetta sulla strada e non un’immagine in più in un talent televisivo, l’importanza di ciò che si è non dell’immagine che al mondo si dà per ciò che si riesce a fare. E poi l’amore, cantato in tutte le sue forme, magari ogni tanto paternalistiche e autoreferenziali in un clima da ultimi giorni prima della fine del mondo.
Packaging di lusso
Menzione speciale poi per la cura con cui l’oggetto disco è presentato agli ascoltatori. Un design all’avanguardia che riempie gli occhi di chi ama l’edizione quanto le note che vi sono all’interno. I tre dischi sono contenuti in un cofanetto bianco formato libro con le pagine a tasca predisposte per l’inserimento dei cd formato maxi a due ante con le copertine disegnate dalla pittrice Valeria Corvino in stile psichedelico e stampate con argento caldo e colori pantone diversi per ogni volume (viola, verde e blu) che ritraggono un giovane Zero che cambia espressione per la differente posizione degli occhi. Uu.
Corrado Ori Tanzi