Questo è il titolo dell’installazione luminosa, a cura di Robert Montgomery, che domina gli edifici del BASE Milano e dà inizio a “In-Between”, un progetto espositivo che, nei prossimi due anni, vedrà opere di artisti italiani e internazionali dialogare con lo spazio pubblico
Si affaccia all’ingresso dell’ex Ansaldo, la scritta luminosa “The future is an invisible playground”. È una poesia che evoca un futuro fatto di sfide e contemporaneamente descrive la connessione tra un dentro e un fuori, tra una città e un ecosistema: quello di BASE Milano, che dalla sua facciata illuminata si rivolge alla piazza antistante e al mondo, in un dialogo sulla realtà del momento.
Il concept dell’opera
Robert Montgomery, esponente di una tradizione di arte concettuale che unisce la poesia alla text art, da diversi anni realizza opere che interagiscono con i luoghi circostanti, attraverso scritte luminose, poesie di fuoco e manifesti. Il suo lavoro contamina il paesaggio urbano, offrendo spunti di riflessione sul contesto sociale contemporaneo.
“Con l’emergenza Covid, ci troviamo in un momento in cui il nostro presente appare molto difficile e in un certo senso congelato.” Afferma l’artista scozzese: “Per questo ho voluto creare per BASE un’opera che parla del futuro e rappresenta il mondo che ritorna in vita. Questa è una “light poem’”dedicata al solstizio invernale per segnare la transizione dal 2020 al 2021, dall’oscurità verso la luce. La mia speranza è che si riesca a risollevarsi dopo tutte le sfide del 2020, e a cogliere nel 2021 la possibilità di cambiare il mondo in meglio, mettendo al primo posto l’ecologia e l’uguaglianza”.
La rassegna “In-Between”
L’installazione di Montgomery segna l’inizio della nuova programmazione artistica di BASE, che darà luogo a importanti collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, a cui sarà richiesto di lavorare intorno al concetto di “porosità” applicato ai luoghi di scambio e contatto che assumono oggi un nuovo significato.
“BASE e i suoi usi fuoriescono dai propri limiti e occupano lo spazio pubblico.” Spiega Linda Di Pietro, curatrice e direttrice del programma: “Proponiamo uno slittamento di senso e di attenzione dallo spazio alla cornice, dalla casa alla soglia, che fa esplodere una domanda sull’arte come eccezionalità e produce, per contraccolpo, qualcosa nella dimensione pubblica. La soglia di BASE diventa porosa. Una porosità abitata, che crea una zona TRA in grado di neutralizzare la divisione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori e intercetta una domanda, posta spesso in questi ultimi anni, sul ruolo dell’arte al di fuori del proprio spazio e nel suo rapporto con il reale”.
BASE Milano
Nata nel 2016 all’interno degli edifici dell’ex-Ansaldo, BASE Milano è un’associazione che crede nel progresso determinato dalla cultura e porta avanti un progetto di contaminazione tra arte, tecnologia e innovazione sociale. Aprirsi alla città, costruire giorno per giorno una comunità, vicina e lontana, virtuale e reale, è l’obiettivo che persegue fin dalla sua fondazione.
Adriana Fenzi