Il mondo del lavoro è pieno di celebri personalità altisonanti, che incarnano l’autorità e influenzano l’andamento delle aziende con la sola presenza. Ci sono, però, anche figure meno conosciute, che grazie al proprio dinamismo, alle numerose esperienze e all’attitudine ad accrescere la propria professionalità riscuotono successo in qualunque luogo si trovino partendo dal niente.
Frederic Daniel van Husen
E’ il caso di Frederic Daniel van Husen, nato a Colonia nel 1986. Sua madre è ferrarese e il padre tedesco ed è proprio per il lavoro di quest’ultimo che la famiglia si trasferisce a Singapore per cinque anni subito dopo la sua nascita, per poi giungere in Italia, precisamente a Bergamo, sempre per le mansioni paterne.
Qui, Frederic inizia il suo percorso scolastico fino ai diciotto anni. Con la maggiore età, inizia a girare per il mondo. Dall’Australia per un periodo di working holiday al ritorno in Italia per frequentare l’università di Bologna, dagli anni del master in Security and Diplomacy a Tel Aviv ai primi anni lavorativi in Italia, che, però, non lo soddisfano. Decide, quindi, di accettare il ruolo di responsabile commerciale della zona del Golfo per una società italiana a Dubai, dove rimane per due anni.
L’esperienza a Dubai, che ricorda come interessante, ma molto pesante, inizia a fargli capire che esiste uno scenario professionale estremamente vario.
“Non è una regione facile, è una regione diversa. Soprattutto farsi tre/quattro settimane in Arabia Saudita o Kuwait non da tutti, sia per il clima sia per la società – spiega -. E’ un modo di fare business diverso, non analitico. E’ legato alla relazioni, all’investimento del rapporto, che è interessante, ma può essere pesante passare serate e serate a fumare un narghilè fino alle 22 o 23 mentre mangi pane e hummus sperando di chiudere deals. Insomma, interessante, ma non lo sentivo il mio mondo.“
Sei anni fa, Frederic riceve una chiamata dalla società tedesca di trading e distribuzione servizi C. Melchers & Co., sita a Jakarta in Indonesia, che lo interessa subito a livello di prospettive. Da quel momento, inizia il suo percorso nel sud-est asiatico: prima in Indonesia, poi a Singapore, in Malesia, per poi, infine, essere trasferito a Bangkok, in Thailandia – dove si trova attualmente – come general manager, ma consapevole che l’anno prossimo sarà rimandato in Indonesia come Chief Rappresentative Officer.
Tra e tante esperienze di vita e di lavoro, quest’anno è stato uno dei più importanti e significativi, ma non è l’unico ad averlo segnato positivamente.
“E’ stato un insieme di progetti lavorativi, accademici e personali. Dal punto di vista professionale, formativo e manageriale, infatti, l’anno del Covid-19 in Thailandia è stato molto utile, con un management molto “d’esperienza”, “vecchia scuola”, andando alle base e vedendo le cose a livello pragmatico. Inoltre, due mesi fa ho anche terminato il mio master MBA della Warwick Business School. Se devo, invece, pensare a un periodo particolarmente significativo a livello personale, quello dell’Indonesia è stato molto intenso: ho conosciuto mia moglie, ho avuto il mio primo figlio e ho costruito i miei primi network. L’Indonesia è un paese difficile, ma eccezionale.”
Avendo ricoperto vari ruoli professionali, con il tempo Frederic si è reso conto di quanto sia necessario sviluppare anche un senso politico all’interno dell’organizzazione aziendale. Bisogna aver chiare gli obiettivi delle persone, le strategie della società e come ci si vuole posizionare.
“Può sembrare cinico, ma è la verità. Spesso mi sono trovato a rapportarmi con manager che hanno 20 o 30 anni più di me, con un’esperienza in questi mercati di un certo tipo, e sanno come rapportarsi al proprio mercato di riferimento. Poi arriva quello nuovo, straniero e giovane e pensano che voglia scombinare il lavoro fatto fino a quel momento. Quindi, una cosa che ho imparato è sapersi anche frenare, vedere come si sviluppano le situazioni, capire determinate dinamiche e come posizionarsi nella struttura aziendale. Può sembrare una cosa prettamente politica, in un certo senso, ma aiuta anche a fermare determinati entusiasmi. All’inizio si vuole spaccare il mondo, ma ci sono persone che non vogliono cambiare e hanno modo anche d fartelo capire.“
Un’altra importantissima nozione appresa viaggiando, soprattutto in Asia, è la straordinaria varietà di sensibilità che si riscontra a seconda delle popolazioni che si incontrano. Indonesiani, malaysiani, thailandesi, cambogiani e tutte le altre culture con le quali si rapporta quotidianamente sono radicalmente diverse e i rapporti sociali e lavorativi con singoli professionisti dei vari paesi devono essere intessuti con una predisposizione alla comprensione, all’empatia e al rispetto delle differenti attitudini. Per quanto riguarda la percezione del lavoro, invece, come qui in Europa ci sono persone che vogliono semplicemente portare uno stipendio a casa per mantenere la famiglia e chi, invece, è particolarmente ambizioso e punta a migliorarsi sempre di più
In riferimento al mercato asiatico, Frederic parla ancora una volta di situazioni molto diverse tra loro.
“La Thailandia è un mercato maturo che ha raggiunto l’apice e sta provando a guardare a modelli innovativi diversi: è sempre stata molto forte nel settore automotive, un centro di produzione importante, ma adesso è in fase calante. Se invece si guarda al Vietnam, in forte crescita e pronto ad accogliere professionisti da tutto il mondo, si trovano ancora costi accessibili, un men power dinamico e un sistema educativo avanzato rispetto al passato. Anche l’Indonesia è molto avanti, ha un mercato domestico enorme, 270 milioni di persone e risorse, 15 mila isole. Nonostante il problema sociale legato a ragioni religiose, è la più grande economia del sud-est asiatico e ci si aspetta che nei prossimi dieci anni ci saranno delle ulteriori, incredibili evoluzioni. Paesi, invece, come la Cambogia non hanno le stesse prospettive di crescita degli altri stati. Sono molto piccoli e dal punto di vista dell’istruzione e delle infrastrutture non sono ancora pronti. Singapore, infine, è una realtà a sé stante, un financial hub. E’ servizi, fintech, è venture capital private equity, è una piattaforma che è in Asia, ma non è Asia. Molti fanno l’errore di provare a fondare un’attività partendo da Singapore per poi provare a espandersi, ma non avrà mai successo, perché sono contesti completamente agli antipodi.
Proprio per le innumerevoli realtà che si trovano in un continente così vasto, per avere successo è essenziale essere flessibili, sapersi adattare rapidamente al luogo in cui si e avere una velocità di pensiero elevata per essere pronti a sviluppare nuove idee nel breve periodo. Anche essere curiosi e capire la realtà che si sta vivendo è molto importante, come, di conseguenza, l’apertura mentale. Di contro, l’errore più grande che si può commettere è avere un atteggiamento di superiorità, non ascoltando chi sa come funziona il mercato, ed essere superbi al punto da pensare di essere arrivati una volta giunti alla propria scrivania. Per capire il mercato reale di un paese straniero, soprattutto se si ha a che fare con tante culture, bisogna “sporcarsi le mani” e andare a vedere le fabbriche, parlare con i micro-manager, capire le effettive dimensioni dell’industria, altrimenti non si potrà mai fare strada.
Sapendo come dovrebbe approcciarsi e quale sia realmente il ruolo di un manager che opera all’interno di un mercato così fluido, Frederic ha un’idea ben precisa di cosa sia la leadership.
“Sicuramente è qualcosa che si impara nel tempo. Leadership è ascoltare attentamente per assimilare più informazioni possibile, dare feedback chiari e fornire approfondite guidance per far capire perché un lavoro sia stato eseguito bene o male in maniera specifica. Bisogna anche dare obiettivi e situazioni misurabili, cercando di apprendere le dinamiche intrinseche dei singoli processi. Un’altra cosa importante è imparare dai fallimenti, analizzarli e rifletterci su per imparare dagli errori e fare meglio in futuro.“
I prossimi obiettivi di Frederic
Parlando proprio di prospettive sul breve periodo, i prossimi obiettivi di Frederic sono ben chiari. Come si evince dal suo dinamismo e dalla sua enorme forza di volontà, nei prossimi mesi dalla posizione di medium senior manager si aspetta un avanzamento a senior manager nella sua società, ma non ha intenzione di fermarsi.
“Io ho un mindset di crescita, non sono una persona che si accontenta. Non è una questione di stipendio o di benefit, ma di crescita continua personale. Ho avuto dei momenti di discontinuità, in passato, durante i quali non avevo idea di cosa stessi facendo e di cose volessi fare. Se potessi parlare al me stesso di quindici anni fa, gli direi di non buttarsi via, di guardare le sue capacità in modo oggettivo e analitico e di credere in sé stesso, anche quando la situazione è difficile. Una cosa che mi ha aiutato molto ad accrescere la fiducia in me stessa è stato proprio andare all’estero. Fino a quando sono rimasto nel mio guscio, nel mio piccolo mondo, non sono stato in grado di esprimermi appieno e di capire cosa sapessi fare realmente. Andare all’estero e rapportarmi con persone e culture diverse mi ha obbligato ad aprirmi. A volte, per conoscersi bisogna essere in un mondo alieno. Quindi, se potessi parlare al me stesso più giovane, gli direi di cercare contesti “altri” per conoscersi a fondo e di non avere paura. Vorrei essere uscito prima dalla mia comfort zone per incontrare persone diverse che mi parlassero in maniera diversa. In un mondo così frenetico tutto cambia troppo rapidamente, dalla gente alle aziende, e non c’è un minuto da perdere.“
Arrivato al successo professionale che ha raggiunto, Frederic consiglia ai giovani, soprattutto a coloro che si stanno per affacciare al mondo del lavoro, di buttarsi in maniera intelligente, con prospettive chiare e volontà di capire il mondo. Solo così si svilupperà il carattere, la determinazione e la fermezza necessari a fare strada nel mondo e nella vita.
Ringraziamo ancora Frederic Daniel van Husen per la disponibilità e gli auguriamo di perseguire con successo i suoi progetti, siamo sicuri che la sua esperienza sarà un valido esempio per giovani… e meno giovani.
Valentina Geminiani
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