Dal 22 febbraio fino ad aprile di quest’anno, la Cardi Gallery nella sua sezione londinese, ospiterà la prima mostra nel Regno Unito di Paolo Canevari, artista italiano noto per trasformare i materiali e le icone di tutti i giorni, in sculture di grandi dimensioni.
L’ esposizione a Mayfair
Nell’esposizione, divisa sui 4 piani del museo a Mayfair, vi saranno le oltre 30 opere appartenenti alla serie “Self Portrait” (Autoritratto), composte da: sculture, disegni ed istallazioni, tra cui le famose sculture in gomma degli anni Novanta, fino alla serie più recente “Monuments of the Memory: Landscape and Constellations”.
Le parole di Nicolò Cardi
In occasione dell’apertura, sarà pubblicato un catalogo con un testo critico di Robert Storr; un’intervista all’artista Shirin Neshat ed un omaggio a Canevari, scritto da Andrea Camilleri. Durante il periodo di apertura sono anche previste una serie di talk online con gli artisti e visite guidate alla mostra.
“Cardi Gallery crede che l’arte e la cultura siano fondamentali per dare speranza alla società in un momento particolare e difficile come questo. Sono lieto di portare per la prima volta a Londra queste opere incredibili di Paolo Canevari, inaugurando un’appassionante stagione espositiva per la galleria” ha commentato Nicolò Cardi, gallerista ed imprenditore delle omonime gallerie.
Paolo Canevari
Paolo Canevari, originario di Roma, classe 1963, è un artista di fama internazionale, capace di concentrare in maniera concettuale simboli a lui cari, miti e grandi principi alla base di creazione e distruzione.
La sua arte, in particolare quello che concerne la scultura, nasce dal desiderio di convertire lo stato passivo della mente in atto energetico e creativo. La riflessione a cui porta lo spettatore, è quella di dover considerare l’arte come qualcosa di non permanente ed in continuo mutamento.
L’olio e le sue applicazioni sono il centro vibrante del suo linguaggio: nelle sue mani diventano simboli ambigui della violenza sistemica che permea il mondo in declino di oggi
Tra le sue dichiarazioni, ne spicca una sicuramente: “Per me, un’opera d’arte è profondamente importante quando non si chiude in una struttura a senso unico – ideologica o tecnica – ma quando apre diverse prospettive per lo spettatore, ampliando quindi il suo pensiero“.
Il parere dell’artista sulla mostra londinese
“Self Portrait” in mostra a Londra, porta all’attenzione non solo una riflessione sull’io, ma anche – come spiega l’artista – “una lettura politica del fare arte, volta a misurare ciò che Pasolini aveva definito come ‘l’ingiustizia del mondo’. (…) L’arte è una forza democratica e progressista, che quindi dovrebbe idealmente essere al servizio della società, non dei poteri forti. Nel mio lavoro, l’uso di icone, simboli e forme provenienti da varie culture sono un modo di richiamare l’attenzione sul loro vero significato, legato a dogmi o altre forme di potere; sono uno strumento per instaurare un dialogo con lo spettatore e stimolare una reazione. (…). La natura “politica” del mio lavoro è solo una delle tante possibili interpretazioni di ciò che faccio. Ciò che desidero esprimere è un approccio radicale e sovversivo nei confronti dell’arte e dell’idea di arte così come è stata concepita e trasmessa dalla società consumistica globalizzata, perciò elevando il livello di percezione morale ed etica del mondo.”
Laura Galasso