Il marchio nasce nel 2000, nel cuore di Milano, dal sogno di Daniela di dare vita ad una nuova idea di gioiello, che esprime il carattere di chi lo indossa.
Lavorazione manuale, made in Italy, scelta accurata dei materiali e progettazione “su misura” costituiscono il DNA di un’azienda che non ha avuto paura di andare controcorrente e mantenere la sua unicità.
Il Dropage
Questa tecnica di lavorazione, che rappresenta una vera e propria firma di Daniela, consiste nell’uso di una serie di piccole sfere irregolari che, ricoprendo in modo più o meno fitto le superfici, diventano un fondo perfetto per gli smalti di vari colori e fanno sì che i materiali utilizzati, argento, bronzo e ottone, assumano colorazioni diverse di volta in volta. In questo modo ogni gioiello è unico, perché la sua peculiarità è data dalle mille sfumature.
Il processo di personalizzazione
Creare un gioiello “su misura” è un percorso creativo, che passa attraverso la scoperta dei desideri della cliente. Prima di tutto bisogna capire se il gioiello va adattato alla sua personalità, al suo gusto, oppure al suo stile. Dopodiché diventa fondamentale lavorare sui colori, affinché esaltino le tonalità di capelli, occhi e pelle. Le pietre e i metalli, di diversi colori, vengono quindi combinate in maniera differente in modo da ottenere l’effetto cromatico desiderato. Questa è la procedura che si segue per la creazione di un gioiello da indossare tutti i giorni. Nel caso invece di un modello da utilizzare per un evento particolare si lavora a partire da un tessuto o addirittura dall’outfit, scelto per l’occasione.
La tecnica della fusione a cera persa
È un processo che risale ad almeno 5.000 anni fa, utilizzata per ottenere oggetti in bronzo. La prima fase è rappresentata dal calco, ossia uno stampo a cera persa che funge da impronta del modello originale, su cui successivamente viene colato del gesso liquido. Nel momento in cui il gesso si rapprende lo si scalda e si fa fuoriuscire la cera da un forellino creato appositamente e nella stessa apertura si inietta poi il metallo incandescente. Questa tecnica antica viene usata ancora oggi da Daniela per tutti i suoi gioielli, ma con una piccola innovazione che rende il processo standardizzabile, ossia l’utilizzo di stampi in gomma siliconica che permettono di realizzare più cere.
Lavorare con un occhio all’ambiente
Per produrre in maniera sostenibile Daniela utilizza una serie di piccoli accorgimenti: tutti i materiali di consumo vengono riutilizzati più e più volte, soprattutto se si tratta di plastiche; il packaging è realizzato interamente in carta, con all’interno una bustina di tessuto e per finire l’azienda partecipa a diverse iniziative di riforestazione che vanno a compensare i consumi generati dalla produzione. Si tratta di semplici attenzioni che, sul lungo periodo, fanno davvero la differenza.
Adriana Fenzi