Nuovo Concerto in streaming : Beethoven, Mozart e Schubert.
Ancora una volta il Teatro alla Scala di Milano ha portato nelle nostre case la bellezza, la forza, la ricchezza della musica con un concerto, il terzo del 2021, trasmesso in diretta streaming sabato 6 febbraio. A dirigere l’orchestra, il Maestro di fama internazionale Zubin Mehta, nato a Bombay nel 1936, uno dei protagonisti, in autunno, della ripresa post lockdown del Teatro. Molto ricco il programma: brani di Beethoven, Mozart e Schubert.
Coriolan, Ouverture in do min. op. 42, di Ludwig van Beethoven
In apertura: Coriolan, Ouverture in do min. op. 42, di Ludwig van Beethoven, scritta nel 1807 per la tragedia di Collin del 1804. Fosca, tragica, possente, l’ouverture descrive in musica le vicende del condottiero romano Coriolano che, dopo aver combattuto contro i Volsci, entra in politica a Roma, ma viene osteggiato dagli oppositori. Coriolano solleva il popolo contro di loro, così viene accusato di alto tradimento ed esiliato. Offre allora collaborazione ai Volsci per combattere contro i romani, ma sua madre riesce a dissuaderlo. Non potendo più tornare a Roma, per la suadecisione di guidare un esercito nemico, si uccide. Una pagina beethoveniana dall’ intensa carica drammatica.
Chi sa, chi sa, qual sia K 582, in do magg. e Voi avete un cor fedele K 217, in sol magg. di Wolfgang Amadeus Mozart
Il concerto è proseguito con due arie di Wolfgang Amadeus Mozart per soprano e orchestra: Chi sa, chi sa, qual sia K 582, in do magg., testo di Lorenzo da Ponte e Voi avete un cor fedele K 217, in sol magg., testo di Carlo Goldoni. L’ affascinante soprano di origini israeliane Chen Reiss ha interpretato in maniera magistrale queste arie, “volteggiando” tra le note con incredibili, perfetti, gorgheggi, e sottolineando con mimica elegante ogni parola dei testi. Particolare la storia della Reiss: sposata, madre di due bambine, un passato nell’esercito israeliano. <<La prima audizione – ha dichiarato – l’ho fatta a 19 anni con Zubin>>. Proprio il Maestro Mehta, intervistato durante la serata, ha ricordato sorridendo il suo stupore quando la vide arrivare in divisa. In questo concerto La Reiss ha cantato vicino all’ orchestra che, vista l’assenza di pubblico causa pandemia, era sistemata nella platea. Sceltavantaggiosa per il suono, ha detto Mehta: in questa posizione <<c’è molto alone>>. Non sempre positivo, invece, il distanziamento tra musicisti, perché, come rilevato dagli artisti, talvolta diventa difficile sentire gli strumenti distanti: serve grande attenzione nel lavoro d’insieme. Le prove e l’esperienza di questi grandissimi professionisti garantiscono sempre risultati ottimi.
Sinfonia in do magg. D 944 “Die Grosse”, di Franz Schubert
La serata si è chiusa con la Sinfonia in do magg. D 944 “Die Grosse”, di Franz Schubert, brano di maggior durata del concerto e dalla struttura molto articolata. <<Schubert – ha spiegato Mehta – non ha mai sentito una delle sue sinfonie, allora non ci sono tante istruzioni, però conoscendo la musica da camera sua e molti Lieder (canzoni o romanze) non è difficile indovinare quello che voleva il compositore>>. Per questo brano di Schubert, Mehta ha scelto di mettere i legni davanti agli archi, come un gruppo di protagonisti, perché dialogano spesso tra loro, una disposizione inusuale con una logica, spiegano alcuni musicisti, perché questo lavoro è scritto come una sinfonia concertante.
Salomè
Il 20 febbraio vedremo ancora il Maestro Mehta dirigere l’orchestra della Scala in Salomè di Richard Strauss, regia di Damiano Micheletto, opera che sarà trasmessa in diretta su Rai 5 e RaiPlay
Professionalità, idee, bellezza. Purtroppo, niente pubblico: esibizioni perfette, ma senza le emozioni, la condivisione, il calore, l’energia che si creano tra gli artisti e le persone arrivate in teatro per ascoltarli. In questo periodo difficile, però, la grande musica, anche seguita a distanza, diventa sempre più importante per nutrire lo spirito, ritrovare pensieri positivi e ricordare ciò che di bello esiste.
Lidia Cimino
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