Una mostra a cura di Lorenzo Canova e di Piernicola Maria Di Iorio, organizzata in occasione della ricorrenza della morte di Venanzo Crocetti, in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Dopo un lungo periodo di stop, dovuto all’emergenza Covid-19, il Museo Crocetti di Roma ha riaperto il 3 febbraio 2021, con l’anteprima di WOMAHR – Women_Art_Human Rights for Peace, una mostra internazionale dedicata all’Agenda Donne, Pace e Sicurezza delle Nazioni Unite, con particolare attenzione agli aspetti relativi ai diritti umani.
In memoria del fondatore
La data del 3 febbraio non è stata scelta a caso, in questo giorno, infatti, si festeggia la ricorrenza della morte di Venanzo Crocetti.
L’evento, trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook e Youtube del Museo, è stata quindi un’occasione di ricordare il maestro, celebrato negli interventi di apertura di Carla Ortolani, presidente della Fondazione Crocetti, di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, curatori della mostra.
Il concept
L’esposizione fa parte di un progetto realizzato dall’ARATRO, Museo laboratorio di arte contemporanea dell’Università del Molise, e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale- Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza, nell’ambito del Terzo Piano Nazionale in attuazione dell’Agenda Donne Pace e Sicurezza. Rappresenta la conclusione di un tour espositivo che ha già toccato il Palazzo GIL di Campobasso e Palazzo de’ Mayo a Chieti. L’obiettivo è dare risalto all’impegno dell’Italia nella protezione dei diritti delle donne, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea che diventano un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Le opere
L’esposizione è composta dai lavori di artisti italiani e internazionali, con una predilezione per quelli provenienti da aree geografiche in cui la questione dei diritti umani, specialmente delle donne, è particolarmente delicata. La creazione artistica si trasforma così in uno strumento di dialogo globale sull’educazione ai diritti umani che supera i confini nazionali e le barriere linguistiche.
Le opere sono dedicate in modo specifico alla tutela delle donne, allo scopo di immaginare una società più inclusiva, contrastare la violenza di genere e promuovere la partecipazione femminile ai processi di pace.
Gli artisti
Lungo il percorso espositivo si alternano presenze che provengono dagli Stati Uniti all’Australia, dal Brasile all’Iraq, fino alla Tunisia e, ovviamente, all’Italia, in una costruzione multipla che fonde esperienze concettuali, pittura astratta, assemblaggi e reportage fotografici, interpretazioni contemporanee della storia dell’arte e visioni fantastiche, evocazioni liriche e riscoperte di personaggi storici.
Gli artisti presenti sono: Giovanni Albanese, Alì Assaf, Lucilla Catania, Marco Colazzo, Kim Dingle, Thalassini Douma, Stefania Fabrizi, David Fagioli, Giosetta Fioroni, Paola Gandolfi, Debora Hirsch, Grazia La Padula, Giancarlo Limoni, Vincenzo Merola, Adriano Nardi, Massimo Orsi, Giorgio Ortona, Salvatore Pulvirenti, Roxy in the Box, Virginia Ryan, Sandro Sanna, Beatrice Scaccia, Sana Tamzini e Marco Verrelli.
Adriana Fenzi