Nel suo ultimo libro ha rinchiuso la sua eroina in un convento e le ha fatto scrivere la storia della sua vita. Una metanarrazione che ha fatto incetta di lettori tanto che Autobiografia di Petra Delicado ha presto conquistato la cima delle classifiche dei libri più venduti.
In Italia se Petra Delicado è adorata, la sua creatrice, Alicia Giménez-Bartlett, è un oggetto di culto come Stephen King e J. K. Rowling. Oltre ai numeri fanno fede le presenze della scrittrice spagnola negli incontri pubblici. O si arriva con molto anticipo o è un delirio. Qualche anno fa, una domenica al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove presentava un suo romanzo insieme a Lella Costa, la sede prevista all’interno del Lingotto straripava di lettrici e lettori nonostante la sua ampia capienza.
Eppure Alicia Giménez-Bartlett non è solo la madre di Petra. I suoi roman-roman, come li avrebbe chiamati Simenon, quelli cioè senza la presenza dell’ispettrice e del suo vice, dimostrano una magia letteraria che impediscono al lettore di fermare il movimento del “voltar pagina”. Scritti forti in cui durezza, sofferenza, slanci umani e umorismo danno forma al celebre verso di Leonard Cohen “c’è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce”.
Agatha Christie detestava Hercule Poirot, tanto che lo fece morire. Georges Simenon scriveva pensando che “Maigret c’est moi”. Andrea Camilleri confessò di essere arrivato al punto di non poter più sopportare le apparizioni di Salvo Montalbano che gli chiedeva di mettersi a scrivere una nuova indagine. Lei in che rapporti è con l’ispettrice Petra Delicado?
La considero un buona amica. Entrambe abbiamo la fortuna di non dover stare sempre insieme. Poiché scrivo anche altri tipi di libro ci possiamo prendere una pausa di tanto in tanto. Se scrivessi solo romanzi con Petra protagonista penso che alla lunga mi sfinirebbe perché ha una personalità molto forte.
Come è nata l’idea di farle scrivere un’autobiografia?
Petra ha così tanti lettori che seguono la serie che a volte si mettono a fare commenti come se fosse una persona in carne e ossa. La cosa mi sorprende e un poco mi turba. Petra esiste solo nei libri! Tuttavia mi sono messa a pensare che, visto che nel mondo reale ha così tanti amici, sarebbe stata una buona idea inventarle una vita e offrirla ai lettori perché vedano Petra come davvero è.
Un testo che non evita parole dure anche verso se stessa. Nei rapporti sentimentali ad esempio. Sembra quasi una sua sfida a dimostrare di essere più brava a reagire che ad agire.
Nelle questioni sentimentali l’azione è difficile perché l’amore occlude la ragione e impedisce di vedere le cose come sono. Però, col tempo si è in grado di analizzare la situazione e ovviamente reagire a ciò che non piace. Se non reagisci e confessi a te stesso la verità questo non è amore ma codardia o stupidità.
Sbaglio o nelle pagine di quest’ultimo libro Petra ha pensieri più profondi e parole più appassionate per il vice Fermin Garzón che per l’attuale marito Marcos?
Sì, per Petra l’amicizia è fondamentale e Garzónun grande amico. Inoltre non le piace compiacere molto suo marito… quindi se ci saranno cambi in futuro.
Ormai lei è diventata un classico del noir. Si è mai chiesta perché il pubblico si è così tanto affezionato alla sua protagonista, al suo modo di agire e condurre un’indagine, alle baruffe con il vice e a come conduce la sua vita privata?
Parliamo del pubblico italiano. In Francia non ha molti seguaci e in altri Paesi lettori passa senza infamia e senza lode. In Italia trionfa perché questa è una terra che ama l’umorismo, è appassionato e ama più ciò che sente suo che ciò che è estraneo e in questo Spagna e Italia si assomigliano.
Da Riti di Morte a Mio Caro Serial Killer, c’è stato un romanzo in si è detta soddisfatta: «Brava Alicia, hai scritto proprio una bella storia!»?
Ho molti dubbi. Non sono del tutto soddisfatta di quello che faccio e forse per questo non rileggo i miei libri. Ebbi la sensazione di aver scritto qualcosa di importante al termine di Uomini Nudi, ma lì Petra non c’è.
Qual è il suo giudizio sulla fiction italiana Petra?
È qualcosa di diverso dai libri, ma la produzione è molto lussuosa ed entrambi gli attori (Paola Cortellesi e Andrea Pennacchi, nda) sono eccellenti. E così pure la regista (Maria Sole Tognazzi, nda). Una serie di qualità, ben fatta.
Dei romanzi che ruotano attorno all’ispettrice fu tratta nel 1999 una serie tv spagnola con Ana Belén e Santiago Segura spostando il centro dell’azione da Barcellona a Madrid. Questa nuova è stata ambientata a Genova. Eppure Barcellona non è soltanto uno sfondo come tanti altri avendo invece un’importanza fondante nelle storie raccontate.
Sì, la povera Barcellona è sempre restata in un piano visuale periferico, nonostante abbia luoghi magnifici. I problemi sono intervenuti sempre in sede di produzione e non perché la città fosse sottovalutata. Madrid funzionava abbastanza bene e Genova, illuminata in quel modo come si apprezza nella serie, è splendida.
Sono più di una decina i romanzi senza la presenza della sua eroina. Storie forti in cui è spesso centrale il tema del profilo femminile nella nostra società. Da Exit a Uomini Nudi sono passati più di trent’anni. Cos’è cambiato?
Tutto. Il tempo è passato e ha fatto cambiare la società, la gente, le circostanze politiche, la tecnologia, la vita. Il tempo è passato anche per questa scrittrice. Oggi sono più riflessiva, più analitica, meno entusiasta. Ma sempre appassionata quando scrivo, questo mi mantiene viva quando scrivo.
Arriveremo a vedere un bilanciamento tra i sessi o sarà risultato del prossimo secolo?
Sì. Il futuro sarà femminile. Sicuro. Non so quanto ci metteremo ad arrivare a questo stadio però la rivoluzione è rapida. L’unico punto che preoccupa sono le donne del Terzo Mondo, lì costerà di più. Siamo in un mondo ingiusto.
E in questo lasso di tempo come pensa di essere cambiata dal punto di vista della scrittura e della tecnica narrativa?
Sono più esigente per ciò che riguarda la forma. Più lenta. La mia tecnica è ogni volta più priva di ogni abbellimento stilistico. Prima avevo più forza, ero in grado di scrivere per sette ore di seguito… ora dopo quattro ore mi sento stanca e confusa. Spero che i miei libri non invecchino come la loro autrice.
Corrado Ori Tanzi