La chiusura crea il genio. Si potrebbe sintetizzare così, parafrasando il famoso adagio francese, l’ultimo lavoro in studio di John Fogerty, polistrumentista, voce e leader degli indimenticati Creedence Clearwater Revival.

Nell’anno di chiusura forzata imposta dalla pandemia, su consiglio della moglie Julie, il musicista settantacinquenne ha radunato i figli Shane, Tyler e Kelsy per uscire dalla tristezza e dal torpore sempre più denso e presentare con anima e vestito nuovo alcune delle sue più conosciute canzoni. Il tutto prodotto nello studio di casa.





Originali cover 

Il risultato è Fogerty’s Factory, album che contiene appunto alcuni brani del repertorio dei CCR insieme alle cover di City Of New Orleans di Steve Goodman e la sempre incantevole Leon On Me di Bill Withers, qui anticipata da una breve e sentita introduzione sul ruolo del suo impegno nella musica contro ogni forma di razzismo.

Il disco, che riproduce cinquant’anni più tardi l’iconica copertina di Cosmo’s Factory dei CCR, si aggiunge al canzoniere di Fogerty senza voler sfidare le inarrivabili versioni originali che ci hanno fatto conoscere questo grande musicista. Asciugate e rese nella loro veste essenziale ci arrivano come qualche cosa di nuovo, fresche, dolci, malinconiche o arrabbiate secondo l’intonazione che Fogerty senior sentiva nelle sue corde in quel momento.





Ritorno alla suggestione

Una rilettura piacevole, confortata dall’eccellente stato di salute del capostipite, che ci riempie udito e cuore con titoli come Have You Ever Seen The Rain, Proud Mary, Bad Moon Rising, Fortunate Son, Centerfield (la sola a essere registrata fuori casa, al Dodger’s Stadium, per l’occasione vuoto), flashback cioè di quando il rock forse non era più innocente ma di certo conteneva quella capacità di suggestione che rapì il mondo intero e che oggi sembra irrimediabilmente perduta.

Le nuove versioni rispettano l’humus delle originali ma camminano con le proprie gambe. Alcune più rallentate, altre più marcate, gran parte di esse senza la batteria, il che non sempre si rivela un vantaggio considerata l’importanza della ritmica nella musicalità dei CCR. 





Un po’ come quando Bruce Springsteen rivela l’anima scarna di Born To Run eseguendola solo con la chitarra acustica in un “quasi-parlato”. Se non si fa il confronto con la versione originale la si applaude.

Ma in definitiva poco importa. Comunicare con la musica significa anche ripetere la frase con colori, timbri e abbellimenti diversi. In attesa di composizioni nuove nuove di John Fogerty, godiamoci questo esempio di musica denudata e sincera. L’età non invecchia il talento. Si limita a modificarlo. Come ha fatto John in questo disco. 

Corrado Ori Tanzi

back cover
vinyl copy
la copertina che ha ispirato quella di Fogerty's Factory
cover album
back cover vinyl copy la copertina che ha ispirato quella di Fogerty's Factory cover album





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