Scrivere un’ articolo per ricordare una persona che non è più tra noi non è cosa facile, soprattutto se si ha avuto modo di conoscere quella persona, di apprezzarne le doti professionali e umane, se con quella persona hai condiviso momenti lavorativi e non solo. Se quella persona ha attraversato la tua vita e non importa se per anni o poche ore, ha rappresentato qualcosa di importante nella tua vita professionale e personale. Questa è più o meno la situazione in cui mi trovo ricordando Fabrizio Frizzi a tre anni dalla morte.
Fabrizio Frizzi
La fredda ma necessaria burocrazia racchiude l’intera vita di una persona tra due date: 5 febbraio 1958 – 26 marzo 1998. Ma la vita di tutti noi, di ciascun essere umano, anzi di ciascun essere vivente è molto di più. Così è stata la vita di Fabrizio. Il suo sorriso contagioso, la sua risata unica e l’entusiasmo con cui affrontava ogni sfida umana e professionale.
Non voglio però ricordarlo scivolando nel semplice elogio da “coccodrillo”. Francamente preferisco parlare di Fabrizio raccontando ciò che ricordo di lui.
Miss Italia 1995
Ho conosciuto Fabrizio quando facevo l’inviato a Miss Italia, per la precisione era il 1995, la prima edizione che ho seguito. Quell’anno il concorso fu vinto da Anna Valle ed io ero all’inizio della mia carriera professionale. Naturalmente ero emozionato e titubante nell’affrontare quell’esperienza per me nuova, ma credo che sia lo stesso per ogni cronista alle prime armi, la parte più complessa del lavoro non era tanto raccontare l’evento riuscendo a trasmettere ai lettori a casa tutte le emozioni e l’enfasi gioiosa dell’evento, possibilmente senza che l’articolo sembrasse un tema scolastico. Il problema vero era riuscire ad intervistare i personaggi coinvolti superando il” filtro” dell’ufficio stampa e formulando delle domande che non ti facessero sembrare sprovveduto o, peggio ancora, almeno per me, banale e scontato.
La disponibilità di Fabrizio Frizzi
Ma torniamo a noi, incontrai Fabrizio per la prima volta nella sala del Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore durante le selezioni a porte chiuse che venivano tenute al mattino con la sola presenza dei membri della giuria e dei giornalisti. Rimasi colpito dalla sua simpatia e dal modo affabile di parlare con tutti. Alla fine della mattinata decisi che dovevo assolutamente intervistarlo e così lo avvicinai mentre usciva e, in barba al mitico Marcello Cambi, storico capo ufficio stampa di Miss Italia, che ricordo con affetto, per la sua grande disponibilità e pazienza, gli chiesi se prossimamente pensava di poter avere un momento di tempo per concedermi un’intervista . Lui, sfoderando il suo sorriso disarmante, rispose, dandomi del tu e quindi facendomi sentire fina da subito a mio agio, temo che avesse intuito il mio nervosismo, che, se io avevo tempo, e se pensavo fosse una cosa veloce, potevamo farla subito. Confesso di essere rimasto annichilito: ma come lui, il conduttore super impegnato, che viveva giornate convulse senza neanche il tempo per respirare, chiedeva a me che ero li solo per quello, se avevo tempo. Poi, panico, avendo improvvisato la richiesta non avevo minimamente preparato l’intervista. Ovviamente non potevo certo perdere l’occasione. Avevo ben presente la regola numero uno del buon giornalista ovvero “cogli l’attimo” e così improvvisai l’intervista.
L’ umanità di Fabrizio Frizzi
Questo è solo un esempio di quanto Fabrizio fosse disponibile con tutti con quel suo atteggiamento a metà tra l’amico di sempre e il fratello maggiore. Lo stesso che aveva nei confronti di tutte le concorrenti che, letteralmente, “accompagnava” nel corso delle convulse giornate delle finali del concorso. Tra queste naturalmente vi è Carlotta Mantovan, che avrebbe conquistato il suo cuore e sarebbe diventata sua moglie.
Ma gli aneddoti di quei 10 anni in cui io e lui ci “incrociammo” a Miss Italia sono molti, ci si potrebbe riempire un libro.
Gli Aneddoti
Ripassando nella mente i ricordi ve né un altro, legato alla partecipazione al concorso di Annalisa Minetti, che spicca sugli altri. Era l’edizione del 1997 e, ancora una volta, eravamo alla fine di una mattinata di selezioni al Palazzo dei Congressi. Quell’anno il presidente della giuria era Mike Bongiorno che, con una delle sue mitiche gaffes era riuscito a rendere memorabile quella che avrebbe dovuto essere una noiosa mattina di routine negli ingranaggi del concorso. Dovendo porgere una domanda alla Minetti che, come è noto, ha problemi di vista, le ha chiesto: “ confrontandoti con le tue compagne, come le vedi …” . Nella sala è improvvisamente sceso il gelo. La risposta, fantastica, della Minetti fu, più o meno questa: “ Non lo so, non le vedo …”
All’uscita chiesi a Fabrizio se aveva aggiornamenti da darmi la risposta fu: “no, non so, se riesco sto preparando una sorpresa per questa sera con la Minetti”
Quella sera in conclusione della diretta Fabrizio si mise al pianoforte, era anche un buon musicista, che l’organizzazione della RAI era riuscita a recuperare ed accompagnò Annalisa che cantò magistralmente “Caruso” scatenando l’entusiasmo generale. Questo fu il momento che lanciò la carriera di Annalisa Minetti cantante favorendone la partecipazione, l’anno dopo, al Festival di Sanremo.
L’ affetto contraccambiato con il pubblico
Sono sempre stato fermamente convinto che Fabrizio sia nato per essere un presentatore, e non solo per questa sua capacità di creare l’evento ma, soprattutto, per la capacità innata di stabilire un dialogo, quasi un rapporto d’amicizia, con tutto il suo pubblico conquistandone l’affetto.
Ne è la prova l’entusiasmo che suscitava tra la gente quando, dovendo trovare delle idee per riempire dei momenti di “vuoto” della diretta o il video di una sigla, sia andava per le strade di Salsomaggiore facendo domande o improvvisando sketch con persone prese a caso tra i passanti.
Il meritato tributo del suo pubblico
Senza dimenticarsi, naturalmente, la gran quantità di gente che ha seguito con trepidazione il decorso della malattia prima e ha accompagnato i suoi funerali. Per diverse ragioni frequento Roma da sempre eppure credo di non aver mai visto piazza del Popolo gremita di gente come quel giorno. Forse solo per i funerali di Alberto Sordi prima di lui.
Questo a riprova che Fabrizio e il suo sorriso vivranno per sempre nel cuore del pubblico che lo ha amato e nella storia della televisione italiana.
Alberto Tenconi