“Adagiati fra i fiori, nella pace del Chiaro Mondo – Inebriati dalla beatitudine. Nessuna invidia turba con cattivi pensieri, tutti hanno il cuore puro…” Con questi versi Elisar von Kupffer commentava la decima delle 33 scene che compongono il polittico circolare che realizzò tra il 1920 e il 1939 per la propria dimora a Minusio, sul Lago Maggiore.
Lo dipinse in mansarda, tela dopo tela, fino a completare il sedicesimo pannello destinato a decorare le pareti di un ambiente circolare, l’ultima tappa del percorso iniziatico che dovevano compiere gli adepti del Clarismo, la nuova religione che lo stesso von Kupffer, ribattezzatosi Elisarion, aveva fondato.
Dal 1° aprile 2021 il capolavoro di von Kupffer sarà esposto nel Padiglione Elisarion di Monte Verità
Il polittico “Il chiaro mondo dei beati” fu riscoperto da Harald Szeemann in un precario stato di conservazione, alla fine degli anni ’70. Decise di inserire il capolavoro di von Kupffer nella mostra itinerante “Monte Verità. Le mammelle della verità”. Al termine dell’esposizione si stabilì di allestire la mostra in modo permanente nelle stanze di Casa Anatta, nel luogo che l’aveva ispirata, Monte Verità, sopra Ascona, nel Canton Ticino. Per accogliere il dipinto di von Kupffer nel 1987 fu invece realizzato un apposito spazio museale, il Padiglione Elisarion, dove dal 1° aprile lo si potrà nuovamente ammirare, in un rinnovato allestimento, al termine di un complesso restauro conservativo.
Il restauro del polittico “Il chiaro mondo dei beati”
L’opera rappresenta ottantaquattro figure maschili che interagiscono giocosamente tra di loro, raggruppate in 33 scene. Sullo sfondo il paesaggio muta secondo l’alternarsi delle stagioni, dalla primavera all’inverno, senza apparentemente condizionare le attività delle figure in primo piano, prive di una fisionomia caratterizzata e distinguibile, e tutte realizzate da Elisar von Kupffer utilizzando lo stesso modello, il giardiniere italiano Luigi Taricco, che assomigliava straordinariamente all’artista da giovane.
Il restauro de “Il chiaro mondo dei beati”, realizzato da Petra Helm e Christian Marty, è stato finanziato dalla Confederazione Svizzera, dalla Repubblica e Cantone Ticino, e dal Comune di Minusio, proprietario del dipinto.
Monte Verità: dalla colonia vegetariana e naturista all’attuale polo museale e congressuale
Monte Monescia assunse il nome di Monte Verità all’inizio del ‘900 quando vi nacque una comunità che praticava il vegetarianesimo e il naturismo, e desiderava una vita a stretto contatto con la natura. Vi aderirono artisti, scrittori e filosofi, tra i quali spiccano i nomi di Hermann Hesse e del coreografo Rudolf von Laban.
La costruzione nel 1928 di un albergo in stile Bauhaus ne sancirono la trasformazione in un lussuoso luogo di villeggiatura.
Terminato il restauro dell’intero complesso, diretto dagli architetti Gabriele Geronzi e Carlo Zanetti, la Fondazione Monte Verità gestisce attualmente un centro culturale e congressuale e il Complesso Museale costituito da Casa Anatta, dal Padiglione Elisarion e dalle case Selma e “dei russi”, le prime spartane abitazioni dei fondatori della colonia a inizio ‘900, immerse in uno splendido parco pubblico, visitabile tutto l’anno.
Marco Antonio Peruffo
Fotografie : ©Claudio Berger, ©Ars Artis AG, Courtesy Fondazione Monte Verità







