Ogni volta che si esce dagli steccati di genere è sempre un’incognita. Sempre meglio non sorpassare i canoni prestabiliti, si è più sicuri che chi ti ascolta non abbia da ridire. Per cui meglio accucciarsi nella propria “comfort zone”. Eppure avere il coraggio di spingersi un po’ più in là ha fatto progredire l’umanità, e nel piccolo anche la musica.

L’incontro di due generi diversi (apparentemente)

Così se ci sembra ormai comune che la classica si “meticci” con il pop, oppure la musica melodica con forme più giovani come il rap e la trap, ci può sembrare strano che l’opera sia “letta” in forma di tango? Eppure questo connubio ha diversi punti in comune, tra questi quello di essere “italiano”. La nascita dell’opera lirica ha avuto una forte spinta dai compositori del nostro paese, come i fiorentini della Camerata de’ Bardi e poi Monteverdi, così anche il tango ha visto in primo piano, al momento della sua nascita, autori italiani o di origine: Piazzolla, Pugliese, Troilo, D’Arienzo, De Caro…

Una viola e un direttore/compositore

Questo insolito connubio musicale provano a declinarlo Anna Serova e Roberto Molinelli pubblicando il disco progetto “Tango all’Opera” (edito dalla Recantus Classics, nuova etichetta discografica fondata da loro stessi). La Serova è una figura forse unica nel panorama internazionale, solistico e della musica da camera. Violista tra le più apprezzate, negli ultimi anni importanti compositori contemporanei (Azio Corghi, Marcello Fera, Roberto Molinelli, Boris Pigovat, Enzo De Rosa), hanno scritto musica per il suo strumento e a lei dedicata. Partiture che hanno creato un nuovo genere di composizione, in cui si unisce la forma del concerto all’azione scenica di un’opera di teatro.

A fianco a lei in questo progetto troviamo Roberto Molinelli, direttore d’orchestra e compositore, che ha riletto per questo disco, otto celebri melodie d’opera in forma di tango, come se fossero nate in qualche milonga sulle rive del Rio de la Plata.

Ad accompagnare un trio d’eccezione

Lo stesso Molinelli ci spiega: “Ingrediente fondamentale e imprescindibile dal quale partire: la formazione tipica “tanguera” d’accompagnamento, con bandoneon, contrabbasso e pianoforte, a sorreggere e a dialogare con lo struggente suono dello strumento ad arco solista, nel nostro caso la viola”. Così accanto alla viola della Serova troviamo i Tango Sonos, uno dei gruppi di riferimento nel panorama internazionale del tango argentino, cioè Antonio Ippolito (bandoneon), Nicola Ippolito (pianoforte) e Gerardo Scaglione(contrabbasso).
Questo quartetto atipico affronta un repertorio, seppur rivisitato, conosciuto da tutti, che va da Rossini (“El Tanguero de Sevilla” e “Guillermo Tell”), Puccini (“Mi Papito Querido”), Verdi (“Amame, Alfredo!” e “Violeta es Móvil”), Donizetti (“Una Lágrima Oculta”), Mascagni (“Caballería Rústica”). Chiude il disco l’unica composizione originale (sempre di Molinelli): “Milonga y Chacarera”, che lo stesso autore ci descrive come “una sognante milonga lenta e lirica fa da introduzione alla impetuosa e virtuosistica chacarera, danza tipica contadina”.

Riccardo Santangelo

Fotografie : ©August Columbo, ©Massimo De Ceglie, ©Luigi Angelucci

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