Tra le molte manifestazioni che sono state organizzate in tutta Italia per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, merita una posizione di rilievo il tour “A Riveder Le Stelle” di Aldo Cazzullo. Lo spettacolo è composto da letture teatrali tratte dal libro: “A riveder le stelle, Dante il poeta che inventò l’Italia” scritto dal giornalista e pubblicato nel 2020 da Mondadori.
La lettura Rock data da Piero Pelù
Ma la vera particolarità dell’evento è data dalla partecipazione straordinaria del musicista cantautore Piero Pelù che affiancherà Cazzullo con letture”Rock” della Divina Commedia.
Questa rilettura in chiave moderna della Divina Commedia sarà senz’altro un modo piacevole per riscoprire il poema che, essendo basato su una profonda analisi dell’animo umano, dei suoi pregi e dei suoi difetti, è un’opera sempre attuale che si presta moltissimo ad essere “attualizzata”.
Il Tour
Il Tour avrà inizio il 7 giugno debuttando nell’ iconica location del complesso monumentale di Santa Croce in Firenze. Il progetto è co-promosso dal Comune di Firenze e dall’Opera di Santa Croce
con la collaborazione organizzativa del Teatro Puccini. La regia è di Angelo Generali mentre la produzione è di Corvino Produzioni. Una tappa di avvio che il Comune di Firenze e l’Opera di Santa Croce hanno scelto di sostenere nell’ambito delle iniziative per l’anno dantesco, partendo da una stretta collaborazione istituzionale che guarda alla tutela e alla valorizzazione di un luogo unico della memoria che vive nel presente attraverso l’utilizzo di forme artistiche e linguaggi contemporanei.
Per saperne di più di questo eccezionale evento abbiamo intervistato Aldo Cazzullo:
Come prima domanda le chiedo di soddisfare una curiosità che , credo, nasca spontanea ai nostri lettori: Come è nato il desiderio di scrivere il libro “A riveder le stelle, Dante il poeta che inventò l’Italia”. Volume pubblicato da Mondadori nel 2020, diventato un successo editoriale da oltre 250.000 copie vendute. E, successivamente, di trarne questa lettura teatrale?
Io nei miei libri ho sempre voluto occuparmi delle identità italiane, una tematica che mi sta molto a cuore, così ho scritto libri sul risorgimento, sulla grande guerra, sulla II° guerra mondiale, e anche sulle donne, perché ritengo che siano una parte importante dell’identità italiana. Quindi ho ritenuto essenziale scrivere anche su Dante che è il padre dell’identità italiana. Dante è il primo a parlare dell’Italia. Per lui era un’idea. E’ stato il primo a parlare di “Bel Paese” . Il suo desiderio era quello di unire le due identità : quella legata alla classicità e quella legata alla cultura cristiana, con Firenze come “madre” di tutti.
Questa sua idea è uno degli aspetti che denotano la sua grandezza fin da subito. Già Giovanni Boccaccio fu il primo a definire la Commedia di Dante “Divina”. Francesco Petrarca che invece detestava Dante e si vantava di non aver mai letto la Commedia e di non possederne nemmeno una copia, in una lettera a Boccaccio stesso, scrive di non aver mai letto Dante perché altrimenti sarebbe stato spinto ad imitarlo e nessuno può essere Dante. Raffaello lo ritrae per ben due volte nelle stanze del Vaticano. E corrispondendo con Giovanni De Medici, Papa Leone X, ne celebra la figura come precursore delle future glorie italiche. Dante è il poeta che ha inventato l’Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua: ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese.
La Divina Commedia è senza dubbio un’opera immortale e, in quanto profonda analisi dei pregi e difetti dell’uomo oltre che della evoluzione spirituale, è sempre attuale, quindi si presta senza dubbio ad una rilettura in termini contemporanei. Alla luce di ciò come è nata l’idea di una lettura “rock” da parte di uno dei musicisti più ricercati del panorama musicale italiano come Piero Pelù?
Io e Piero siamo molto amici, anche se siamo due persone molto diverse. Ma per fare questa cosa si è offerto volontario lui. Era presente quando ho presentato il libro a Firenze e ho lanciato l’iniziativa. Alla fine della presentazione mi ha detto che se lo desideravo lui era disponibile a fare delle letture in chiave rock.
E’ stata una idea ottima, infatti Piero è un’artista coraggioso, uno spirito libero e le parole di Dante gli si addicono molto. Ma soprattutto è stata una vera rivelazione perché la sua non è solo una lettura, ma si immedesima nei personaggi di Dante e li interpreta in modo strepitoso. Sarà un vera rivelazione per tutti coloro che assisteranno alle letture. Senza nulla togliere a chi ha letto Dante prima di noi, da Roberto Begnigni a Carmelo Bene, da Giorgio Albertazzi a Vittorio Gasmann, sono convinto che la lettura di Piero sia qualcosa di nuovo di più personale e di molto intenso. Leggerà quattro brani dell’Inferno, uno del Purgatorio e uno del Paradiso.
Dicevamo che la Divina Commedia è un opera immortale perché è uno specchio dell’animo umano e quindi ci si possono ritrovare tipologie umane di ogni tempo anche contemporanee. Vogliamo analizzarne questo aspetto?
Senza dubbio le figure i pregi e i difetti dell’uomo sono sempre gli stessi, diciamo oggi il girone dei corrotti sarebbe senza dubbio molto più pieno così come quello di coloro che offendono Dio praticando l’usura intensa come ricerca del proprio interesse facendo violenza contro altri uomini. Due pratiche che Dante associa nell’Inferno. Probabilmente oggi Dante inserirebbe anche il girone dei “Narcisi”, di coloro che si innamorano del proprio I-Phone e lo usano per auto esaltarsi facendone una ragione di vita.
Dante è stato il primo a condannare il femminicidio in uno dei passi più famosi della Commedia, la vicenda di Paolo e Francesca. Nelle parole della bella nobildonna si riconoscono diversi aspetti dell’amore ma, probabilmente, quello che più rappresenta il suo è l’Amore fatale che così canta: “Amor condusse noi ad una morte”. Molti difetti degli italiani stessi non sono cambiati, soprattutto le continue divisioni interne al nostro paese. Il continuo farsi guerre tra fazioni. Inclinazione italica che Dante condannava fermamente già al suo tempo: bianchi e neri, guelfi e ghibellini. Dante parlò di Montecchi e Capuleti secoli prima di Shakespeare.
Inoltre non dimentichiamoci che, come dice Papa Francesco Dante è un profeta, un precursore perché, mettendo ben quattro papi del suo tempo nei gironi infernali, ha sostenuto la convinzione che il Papa non dovesse essere un sovrano ma solamente una guida spirituale, così com’è oggi.
La scelta del complesso monumentale di Santa Croce come scenario per la “prima” del vostro racconto teatrale è per certi versi una scelta “obbligata” vista l’iconicità del luogo e l suo profondo legame con Dante, perché è così iconica?
I motivi sono molti: innanzitutto perché Dante era molto legato a questo luogo. Era legatissimo ai frati francescani di Santa Croce. Nelle sue narrazioni Dante parla diverse volte di santi uomini legati a Santa Croce. Inoltre siamo a Firenze è qui che molti poeti sono venuti in omaggio a Dante. Ugo Foscolo viene in Santa Croce e vi ambienta la sua opera più famosa: “I Sepolcri”. Manzoni viene a “risciacquare i panni in Arno” . Giosuè Carducci ha composto un Ode dedicata al monumento a Dante Alighieri. In santa Croce si trova il monumento che Firenze ha voluto dedicare a Dante. Poi molti di noi sono legati al ricordo di Begnini che qui ha tenuto la sua famosa lettura della Divina Commedia.
Riguardo alla scelta del complesso di Santa Croce l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi dichiara che: “In questi mesi è stato sviluppato uno strettissimo legame tra Amministrazione eOpera di Santa Croce in nome di una unione di intenti volta alla valorizzazione del complesso monumentale all’interno della cornice cittadina e questo spettacolo si inserisce proprio in questo percorso comune che mira alla maggiore visibilità, conoscenza e fruibilità del bene. Siamo certi che l’evento che debutta proprio a Santa Croce saprà far rivivere Dante e le sue opere grazie al racconto di Aldo Cazzullo e alla musicalità di Piero Pelù. Da Firenze il tour proseguirà svelando un pezzo dell’opera e della vita del nostro concittadino più illustre in tutta Italia e aggiungendo un nuovo tassello alle celebrazioni per il 700esimo anno dalla morte”.
Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce sottolinea come in Santa Croce tutto parla di Dante: la statua del poeta sul sagrato, il memoriale dentro la basilica, le innumerevoli opere d’arte che ci riportano alla Firenze del tempo dell’Alighieri. “Dante è un maestro di vita per l’uomo contemporaneo e Santa Croce è un luogo speciale in cui la memoria viene conservata con cura per parlare
al presente ci riconosciamo nel progetto di Aldo Cazzullo proprio perché salda l’arte, la poesia e la storia con la contemporaneità, per incontrare, nel nome di Dante, le donne e gli uomini del Terzo Millennio”.
Aldo Cazzullo
Aldo Cazzullo, come ha raccontato egli stesso nell’intervisa, ha ricostruito parola per parola il viaggio di Dante nell’Inferno e ne ha scelto – in questo che è anche un percorso tra le innumerevoli bellezze d’Italia – gli incontri più noti, con frequenti incursioni nella storia e nell’attualità. Dante è, infatti, severo con i compatrioti: denuncia i politici corrotti, i Papi simoniaci, i banchieri ladri, gli usurai e tutti coloro che antepongono l’interesse privato a quello pubblico. Ma, nello stesso tempo, esalta la nostra umanità e la nostra capacità di resistere e rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie.
Il grande successo editoriale ottenuto con “A riveder le stelle, Dante il poeta che inventò l’Italia” , più di 250.000 copie vendute è soltanto il prologo al successo che senz’altro otterrà il tour di Aldo Cazzullo e Piero Pelù.
Alberto Tenconi
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