È soltanto un Ep, ma visto che l’assenza dalle sale di incisione perdurava ormai da sette anni, anche soli quattro brani (per ora) possono andare.

I Counting Crows sono tornati con Butter Miracle-Suite One e noi ci teniamo il “miracolo”, lasciando alla band californiana o ai suoi fan più esegetici il burro del titolo e il suo significato. Adam Duritz non è un tipo né facile né disciplinato nella proposta della sua scrittura musicale. Compone animato dal sacro fuoco poi, quando sopraggiunge l’acqua, molla e riprende quando sente che è arrivato il momento.





Quattro pezzi bum-bum

Neanche venti minuti di musica, ma tanto blood on the tracks, scomodando un local hero del pianeta Terra. Si comincia con la perla di Tall grass, con la voce ferita di Duritz a raccontare ciò che gli accade intorno senza che il narratore possa minimamente afferrarne un motivo, brano sempre in bilico tra il mood lento che lo caratterizza e l’aprirsi verso un orizzonte sonoro che resta solo un’immagine tra le tante. 

E il resto non è da meno. La ballad di Elevator Boots, nel miglior stile delle band americane che escono da una radio quando sei alla guida di un’auto su una strada che ti sta portando da sola; la magnifica Angel of 14th Street, forse la più compiuta tra incastro di melodia e ritmo, con tanto di archi, tromba e chitarre libere che fanno volare il pezzo come un aquilone; e la finale Bobby and the Rat-King, uno strano racconto rock’n’roll (che lo Springsteen di Darkness avrebbe volentieri rubato) che tocca Halloween, il Mago di Oz e vari altri personaggi poco ordinari.





Emozione è la parola

Dopo quasi trent’anni di carriera, i Counting Crows continuano a incantare con le loro melodie che sposano suono e sentimento. Se l’album d’esordio, August and Everything After (1993), fu un toccasana per tutto l’ambiente musicale che non riconosceva al grunge di essere l’unica via di sviluppo del rock, Butter Miracle-Suite One è la prova corale che conferma quanto la band resti la punta di una musica che, lo sappiamo, will never die.

Emozione è il termine che lega le quattro canzoni. Intime e trascinanti, poetiche e gonfie d’amore per una musica che ha salvato o modellato milioni di persone. Un lavoro che non prevede pause tra una track e l’altra proprio perché, il titolo lo suggerisce, si tratta di una suite che va oltre la somma dei pezzi che la compongono, in cui la coda di un pezzo non è che il cappello di quella successiva.

Con ogni probabilità arriverà per lo meno un volume due. Intanto proviamo solo a immaginare, se le basi sono queste, cosa potrebbe essere il vero nuovo album full-lenght di Duritz e soci.

Corrado Ori Tanzi





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Butter Miracle-Suite One
Butter Miracle-Suite One
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Butter Miracle-Suite One
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