Il Teatro Carlo Goldoni, costruito nel 1622, è il più antico teatro di Venezia: un luogo di grande fascino che ha visto la nascita di capolavori come La trilogia della villeggiatura e Le baruffe chiozzotte di Goldoni che qui lavorò dal 1753 alla sua partenza per Parigi.

Questo spazio iconico, chiuso per mesi, riapre ospitando il 5 luglio in prima assoluta con “UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO” di OHT Office for a Human Theatre: uno spettacolo parte del programma del 49° Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia a cura di Stefano Ricci e Gianni Forte.





UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO

“UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO” di OHT Office for a Human Theatre, è lo studio di ricerca del regista teatrale e curatore Filippo Andreatta, considerato tra gli autori italiani più interessanti del teatro contemporaneo, che omaggia il teatro per quello che è: un teatro





Lunedì 5 luglio alle ore 19.00 il palcoscenico del Teatro Goldoni si spoglia, lo spettacolo scompare, non si racconta nulla, resta un vuoto che lascia emergere qualcosa che conosciamo ma non sappiamo più vedere.


un teatro è un teatro è un teatro è un teatro from OHT on Vimeo.

Rifacendosi all’esercizio del solfeggio musicale, torna ai fondamentali della scena, riscoprendo gli elementi che compongono la macchina teatrale: quinte, cieli, fondali, luci, americane, contrappesi, cui viene associata una voce da ascoltare, udibile perché priva di parole.





Gli elementi e le melodie

Ogni elemento è una linea melodica che interagisce con le altre senza gerarchie, senza un ordine prestabilito: voci ed elementi solitamente invisibili alla platea si materializzano, occupano un palcoscenico spogliato, rendendolo paradossalmente barocco.

Con UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO, OHT drammatizza il palcoscenico come un ecosistema complesso, in cui diventano visibili le relazioni in scena fra oggetti sonori, visivi e non, da cui emerge un mondo rarefatto, un fragile velo, al di là del quale non c’è nulla.





Fotografie : ©Andrea Mazzoni, courtesy I Teatri di Reggio Emilia, 2021

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